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L’arte di fare tornare i conti

Cat. “Autori”
Romano Conflitti (Ingegnere chimico e Ricercatore)
10 maggio 2019

Ebbene si l’ho fatto! Mi ero ripromesso di non farlo ma l’ho fatto, ho infilato le mani in quella marmellata chiamata meccanica relativistica. Ma, per fortuna mi sono munito di protezioni opportune. Non mi considero un esperto né tantomeno un ammiratore di tale disciplina, ma il fatto di dovere per forza digerire cose come: dilatazioni/contrazioni di massa, tempo e spazio locale e simultaneità non mi va giù!

L’assassino torna sempre sul luogo del delitto e qui abbiamo a che fare con un “serial killer”, questo è l'unico termine possibile per definire UN SISTEMA che continuamente sopprime della verità, il cui modus operandi è ben tracciato. E così questa volta ho deciso di vestire i panni della polizia scientifica!

Il profilo del “serial killer”

Il “serial killer” è un maschio di età compresa tra i 30 e i 40 anni, manie di grandezza, apparentemente genio ma in realtà un furbone ben spalleggiato.

Modus operandi e principali vittime

Il primo caso avvenne nel 1905, in quegli anni il mondo scientifico, già frustrato dopo tre secoli di fallimenti nei tentativi di predire i transiti di Mercurio sul disco solare, era in preda alla malcelata frustrazione.

Due arguti scienziati e, fini sperimentatori, tali Michelson e Morley, avevano da qualche tempo (1887) eseguito il loro celebre esperimento di misurazione della velocità della luce. Altro sconcerto e disagio erano stati inavvertitamente generati dai risultati del suddetto esperimento: l’atteso sfasamento di due raggi di luce A e B, che l’esperimento si proponeva di misurare, era in pratica nullo.

Eppure, tutto era stato controllato e ricontrollato con la necessaria scrupolosa dovizia. I percorsi A e B dei due raggi di luce dovevano differire tra loro a causa del presunto moto del pianeta Terra nello spazio e generare lo sfasamento tanto agognato, affannosamente cercato… e, MAI trovato. Il dubbio serpeggiava nel mondo scientifico e tutte le possibili spiegazioni fallivano generando assurdi paradossi che peggioravano la situazione già critica. Quel dubbio che diventava sempre più ingombrante e difficile da nascondere andava eliminato… nel più breve tempo possibile!

“L’assassino” entrò in azione in maniera elegante e con il massimo sangue freddo, ci vollero tutte queste doti per avere la meglio sulle vittime. Prima di descrivere come il “killer” agisce, tuttavia, dobbiamo comprendere nel dettaglio il contesto nel quale il “killer” agisce. Analizziamo l’esperimento di Michelson e Morley da vicino (vedi figura 1 di seguito):

Figura 1 - Schema Interferometro di Michelson e Morley

(nota: l'interferometro è usato anche dalla NASA…!!!)

Funzionamento dell’Interferometro:

  • Un raggio di luce emesso da una sorgente laser è diviso in due raggi A (colore azzurro) e B (colore verde) dallo splitter prismatico.
  • I due raggi di luce A e B percorrono due percorsi SA e SB rispettivamente dove SA= LA+LC mentre SB =LB+LC
  • Nelle ipotesi di base dell’esperimento lo specchio M1 si muove a velocità v (freccia da destra verso sinistra in figura 1 per effetto del presunto moto della Terra intorno al Sole) quindi va incontro al raggio A nel momento in cui esce dal prisma. Questo fa sì che la distanza LA sia sicuramente minore di LB che invece è una distanza fissa nella geometria dell’interferometro, di conseguenza avremo che SB > SA. Tale differenza è fondamentale per produrre lo sfasamento dei raggi A e B.
  • La struttura geometrica dell’interferometro è quindi volutamente progettata per produrre uno sfasamento dei raggi A e B poiché sarà la misura di tale sfasamento a fornire in modo accurato la velocità della luce. Lo sfasamento suddetto doveva essere rilevato dal ricevitore posto in alto nella figura 1 (il ricevitore non è altro che una lastra fotografica)
  • I raggi di luce che si muovono a velocità c, percorrono i due tragitti diversi SB > SA, quindi se c=SA/tA e c=SB/tB necessariamente tB deve essere maggiore di tA affinché i rapporti SA/tA e SB/tB rimangano uguali.

L’esperimento di Michelson e Morley non riuscì a rilevare nessuna differenza tra tA e tB.

E’ questo che creò il pesantissimo sconcerto e disagio nel mondo scientifico.

ll “serial killer” squarcia di netto il clima di tensione con una rasoiata e afferma perentoriamente: «[…] non si rileva sfasamento tra i due raggi di luce perché gli stessi, nonostante percorrano due tragitti diversi, raggiungono sempre il ricevitore nello stesso istante!»

Ma vediamo come “meccanicamente”il “killer” agisce: il raggio di luce A (colore azzurro in figura 1) percorre la sua traiettoria viaggiando in senso opposto al presunto moto della Terra nello spazio, in questo modo la velocità assoluta della luce dovrebbe essere la somma di c e di v (dove v è la velocità del moto terrestre suddetto). Il “killer” impone la velocità assoluta della luce pari a “c” costante (non a c+v) e, perciò, indipendentemente dalle condizioni di moto. A questo punto la rasoiata di cui sopra è inferta mortalmente e determina due conseguenze fondamentali:

  1. - l’etere (nota 1) non esiste, poiché la luce, per muoversi sempre alla medesima velocità, non può essere sottoposta all’incidenza di qualunque mezzo resistente.
  2. - a velocità prossime a quelle della luce lo spazio e il tempo perdono le caratteriste di rigidità proprie della meccanica classica (per intenderci quella a velocità molto inferiori a c (c velocità della luce) e si fondono in un’entità “elastica” chiamata spazio-tempo relativistico ovvero il continuum (relativistico perché relativo alle condizioni di moto del sistema)

nota 1: Spiegazione del concetto di etere - Un’automobile per andare dal punto A al punto B ha bisogno di una strada percorribile; analogamente un certo volume di acqua in un serbatoio ha bisogno di una tubazione per trasferirsi dal serbatoio fino all’estremità della tubazione (un orto ad esempio).

Allo stesso modo l’etere è il mezzo attraverso il quale le onde elettromagnetiche possono spostarsi da un punto A a un punto B.

Il continuum è l’arma del delitto che infligge il colpo mortale a tutto quello che fino ad allora era sempre stato immutabile, come la distanza tra due punti di una barra rigida oppure l’intervallo di tempo tra due eventi, come l’inizio e la fine dello svuotamento di una clessidra.

Nell’esperimento di Michelson e Morley, Il raggio di luce B arriva insieme al raggio A nonostante quest’ultimo percorra un tragitto che è più breve rispetto a quello del raggio B. Grazie all’elasticità del continuum si determina la necessaria dilatazione spazio-temporale che compensa la differenza di percorso tra SB e SA. Per intenderci con un esempio, una barra rigida di una data lunghezza L non conserva la sua geometria quando si muove a velocità prossime a quella della luce, quindi la distanza L varia in rapporto alla velocità del moto della barra.

Il “killer” nel 1905 compì un triplice assassinio colpendo duramente:

  • l’etere
  • il buon senso
  • la logica

Le vittime caddero sotto i violenti colpi dell’”omicida”, al quale il mondo scientifico ufficiale, complice dell’efferato delitto, si affrettò presto a costruirgli l’alibi che permane tuttora inattaccabile. In pratica, le assurdità di una mentalità “assassina”anziché essere vigorosamente respinte diventano, fino ai nostri giorni, dei folli dogmi scientifici!

Siamo già nel 1915 e in quell’anno il “serial killer” torna sulla scena del delitto! Questa volta la vittima designata è uno scomodo argomento che da centinaia di anni agita il sonno dei sostenitori del modello cosmologico Copernicano. Il comportamento di Mercurio è il problema, il pianeta non ne vuole proprio sapere delle leggi e delle equazioni del trio Copernico, Keplero e Newton. L’orbita del pianeta sfugge completamente dalle previsioni (tipo transito sul disco solare), ed è arrivato quindi il momento di mettere a posto questo scomodissimo tassello.

Fino a quel momento Urbain Le Verrier aveva imputato alla precessione del perielio dell’orbita di Mercurio la causa del suddetto “bizzarro” comportamento. Geometricamente, la precessione del perielio è la rotazione dell’orbita di un angolo α nel tempo, rispetto a un punto del perielio stesso (vedi figura 2).

Le Verrier si era anche spinto oltre, calcolando in base alla vigente “terroria” gravitazionale, l’ammontare della precessione pari a 5557 secondi d’arco per secolo. Mancavano purtroppo ben 43 secondi d’arco per arrivare ai 5600 “osservati” in un secolo dagli astronomi (fonte Wikipedia).

(Un secondo d’arco corrisponde a 1/3600 di grado)

Figura 2 - Rappresentazione grafica precessione del perielio dell’orbita

Un terreno fertile per uno spietato “killer” in cerca di altri riconoscimenti. In quegli anni era stata da poco enunciata la teoria della Relatività generale e occorreva qualcosa che fornisse valide prove della sua validità. Come già affermato il modus operandi è molto simile, c’è una teoria ancora da affermare e un argomento scomodo che crea problemi alla comunità scientifica? Bene quello che al momento rappresenta un problema o un rischio è trasformato in una risorsa o un’opportunità!

Ci pensa il “killer” che agisce alla sua maniera. Il primo “geniale” colpo è inferto alla velocità orbitale media di Mercurio che essendo il più interno dei pianeti (sempre secondo la teoria di Copernico) gira intorno al Sole a velocità molto alta e quindi da ritenersi relativistica!

Poi si passa alla massa del pianeta, che obbedendo alle leggi della Relatività generale sarà a sua volta variabile in funzione della velocità nei vari punti dell’orbita!

Con assoluta eleganza matematica le equazioni fanno il loro dovere, guarda caso i 43 secondi d’arco sono calcolati con buona accuratezza.

In un colpo solo sono tolti di mezzo tutti i dubbi sulla teoria gravitazionale ed è altresì validata la sua estensione relativistica (la Relatività generale appunto). Anche in questo caso il “killer” compie un assassinio multiplo. La menzogna e la mistificazione hanno la meglio sul ragionevole dubbio e la ricerca della verità.

Indagine e chiusura del caso

Tuttora, come già accennato, il “serial killer” l’ha fatta franca, anzi è stato posto in evidenza come genio e benefattore. Egli ha accettato, per sua enorme ambizione e altri fini ignoti, di prendersi sulle spalle la responsabilità della più grande menzogna dei nostri tempi! Un consiglio per voi lettori, prestate attenzione ai volti dei tre astronauti dell'Apollo 11 protagonisti del falso allunaggio del luglio 1969 durante la conferenza stampa tenutasi 40 giorni dopo il loro “ritorno”. Senza nessuna presunzione posso dirvi che quello che leggerete attraverso le loro espressioni è semplicemente il disagio di essere i complici della medesima storica menzogna.

E’ giunto il momento di smontare quest'assoluta ingiustizia perpetrata ai nostri danni per più di cento anni. Ebbene sì perché oltre le suddette illustri vittime, il martire più importante è stata la fiducia dell’umanità intera!!!

Attenzione! Qui non si mettono in discussione le teorie nella loro congruenza prettamente matematica ma se ne analizzano le ipotesi e le fondamenta dell’applicabilità all’universo fisico che ci circonda. Faremo, come sempre, affidamento alla logica e al buon senso.

Cominciamo dal delitto del 1905.

La soluzione al problema sollevato dall’esperimento di Michelson-Morley era davanti agli occhi di tutti, la più logica, la più semplice e la più NATURALE. Ma ahi noi questa oltre a essere la soluzione rappresenta allo stesso tempo il problema fondamentale ovvero il crollo assoluto del modello cosmologico precostituito da Copernico & Co.

La soluzione naturale è semplicemente che la Terra non si muove nell’etere né in qualsiasi universo!

E’ sufficiente, infatti, porre la velocità v pari a zero, e questo produce l’uguaglianza dei tratti LA e LB e di conseguenza i percorsi complessivi dei raggi di luce A e B sono uguali, SA = SB. Ecco spiegato il motivo per cui l’interferometro di Michelson e Morley non registrò nessuno sfasamento (ovvero tA = tB).

E’ stata inventata invece una soluzione ESCLUSIVAMENTE MATEMATICA abbattendo addirittura le regole fondamentali dello spazio e del tempo che, fino a quel momento erano immutabili riferimenti di base della Fisica. Oltre a essere illogico e folle, è assolutamente al di fuori di qualsiasi esperienza pratica, il tutto pur di negare l’evidenza. Ma attenzione, la posta in gioco, era talmente elevata che far saltare anche le regole della logica è stato più che necessario!

A coloro che ancora fossero in grado di trovare una minima motivazione per continuare a sostenere la teoria della Relatività, mi preme ricordare l’essenza fondamentale della teoria:

in relatività tutto si muove rispetto a qualcos’altro e niente è assolutamente fermo o in movimento. Ciò costituisce le fondamenta della teoria ovvero quel gruppo di proposizioni su cui poggia tutto il castello (di carte). Ebbene, per produrre ciò l’artefice della teoria è costretto a una pesantissima assunzione che è in evidente contrasto con il concetto di relatività stessa ovvero quello di assumere l’assoluta immutabilità della velocità della luce sulla quale tutto si basa. L’assunzione fondamentale contraddice la teoria stessa, Bingo!

A proposito di gruppo di proposizioni in contrapposizione, sarebbe stato opportuno per il fautore della teoria della Relatività chiedere lumi al caro amico Gödel in merito alla solidità logica della teoria !!! (vedasi teoremi di Incompletezza di Gödel). Per dare una forma a quanto è oggetto di questa indagine v'invito a ragionare sul diagramma di flusso nella figura 3 seguente:

Figura 3 - Diagramma di Flusso

Ebbene, il diagramma di flusso ha lo scopo di rendere evidente come nel 1905 il mondo scientifico e, di conseguenza l’umanità intera, si sia trovato di fronte a un bivio fondamentale. Come sappiamo è stata scelta la strada più complicata e contorta attraverso la falsità relativistica per risolvere l’impasse sollevata dall’esperimento di Michelson e Morley. Come credo avrete capito, quella che ci è stata data in pasto non è affatto la soluzione ma una menzogna, sulla quale i suoi fautori sono stati costretti a costruire altre baggianate simili (dilatazioni continuum spazio-tempo, etere eliminato, paradosso dei gemelli, e chi più ne ha più ne metta!)

Ma non finisce qui, se proprio volete continuare a sfidare la logica e il buon senso ci si può informare in merito ai risultati dell’esperimento di Sagnac, che dimostra in maniera inconfutabile l’esistenza dell’etere!

Occupiamoci ora del caso del 1915, e anche qui ne vedremo delle belle in termini di verifica delle fondamenta del metodo di calcolo sulla presunta precessione dell’orbita di Mercurio.

Lo scenario di base è fondamentale per comprendere come il crimine è concepito e poi perpetrato ai nostri danni. Una teoria farlocca (la “terroria” della gravitazione) ha già fallito di ben 43 secondi d’arco simulando un Sistema (quello solare) di per sé già improbabile e insostenibile che può trovare spazio solamente nelle menti di chi lo ha concepito e da nessun’altra parte!

A questo punto il “serial killer” NON si propone di ricalcolare tutti i 5600 secondi d’arco/secolo di presunta precessione del perielio ma si limita in maniera sartoriale a occuparsi solamente dei rimanenti 43!!!

Signore e Signori, lo spettacolo è affascinante come ogni numero d’illusionismo che si rispetti!

Ma apriamo gli occhi, quello che da decenni ci è propinato come un grande successo scientifico è in realtà una dozzinale e fraudolenta operazione di patchwork!!! Ovvero questo….

Figura 4

Una bella coperta fatta di toppe rimediate qua e là, le quali messe insieme stendono un velo pietoso a protezione della cosmologica menzogna!… ma, una toppa rimane sempre una toppa niente di più.

E non finisce qui, la composizione pseudo-artistica ha lo scopo di far quadrare i numeri e per farlo fa leva su un paio d'ipotesi di base che sono delle vere e proprie chicche:

  1. Il “killer” afferma che la velocità orbitale media di Mercurio è relativistica, cioè molto prossima alla velocità della luce. Da notare che, ufficialmente, la sua velocità media sarebbe di 48.000 m/s mentre quella della luce dovrebbe essere 300.000.000 m/s. Praticamente, la velocità del pianeta è 6250 volte inferiore a quella della luce!…non sembra così tanto relativistica!
  2. Il “killer” afferma altresì che per effetto dell’ipotesi 1) la massa di Mercurio varia in funzione della velocità con cui il pianeta si muove, varia quindi in funzione del punto dell’orbita in cui si trova il pianeta. Quando il pianeta è prossimo al perielio (punto di minima distanza dal Sole), dove, in accordo con la seconda legge di Keplero, raggiungerebbe la velocità orbitale più elevata, allora la sua massa diventa leggermente maggiore della massa “media”.……………………… Vi giuro mi è venuta l’orticaria dietro le orecchie nel sentire e riportare queste baggianate!!! Dopo lo spazio e il tempo anche la massa finisce nella trappola relativistica… del resto qualche grado di libertà a un bravo “serial killer” bisogna pure lasciarglielo per poter fare quadrare i conti!!! (vi consiglio di guardarvi la scena finale del film per qualche dollaro in più.

Con questi stratagemmi da retrobottega il nostro “killer” avrebbe potuto calcolare qualsiasi ammanco ai famosi 5600 secondi d’arco. Ne servono 43?… non preoccupatevi ci penso io!……. vi ricorda qualcosa/qualcuno? Velo dico io: «DONNE È ARRIVATO L'ARROTINO. Arrota coltelli, forbici, forbicine, forbici da seta, coltelli da prosciutto! Donne è arrivato l'arrotino e l'ombrellaio; aggiustiamo gli ombrelli. Ripariamo cucine a “gasse”: abbiamo tutti i pezzi di ricambio per le cucine a “gasse” etc. etc. etc..»

Cerchiamo di tornare seri (lo so è faticoso) e vediamo come il bilancio relativistico è sviluppato dal “killer”. Tale bilancio è basato sulla conservazione del momento angolare di Mercurio. (il momento angolare è quella grandezza fisica che quantifica [vettorialmente] il moto angolare di un corpo).

«Le variazioni relativistiche della massa di Mercurio durante il suo moto orbitale sono compensate da commisurati cambiamenti della sua velocità. Il risultato netto di tali variazioni di velocità è un altro moto di precessione del perielio di Mercurio nella direzione del suo moto orbitale, che si somma a quello causato dall'influenza gravitazionale combinata degli altri pianeti.» (cit. dal web)

Già qui il “cazzatometro” è andato drammaticamente fuori scala, dopo è imploso su se stesso annichilito dall'incommensurabile densità di cazzate. Densità che supera quella di una super massiccia stella morente in procinto di trasformarsi in un buco (del ….) nero!

Ok, allora armiamoci di potenti mollette per il naso (il tanfo delle esalazioni relativistiche è diventato insostenibile) e andiamo avanti perché oltre le suddette pseudo ipotesi, per coloro che avessero il coraggio di andarsi a guardare le eleganti equazioni, troveranno subito una MOSTRUOSA contraddizione.

La massa di Mercurio non c’è nell'equazione relativistica! È ritenuta trascurabile rispetto alla massa del Sole. In concreto il modello fisico/matematico architettato per calcolare la pezza relativistica numero 43, da aggiungere al patchwork, chiama in causa la massa di Mercurio ma poi inspiegabilmente la trascura e il pianeta è assimilato a un puntino avente velocità v!!!…alla faccia della coerenza!!!

Stanco di essere preso per i fondelli da queste assurdità che trovano ammirevole posto solo nella pura astrazione matematica riprendo fiato per un’ ultima immersione in questa melassa di barbabietole in avanzato stato di decomposizione e lascio al lettore esperto in materia l’interpretazione di questa sottolineatura presente nella pagina di Wikipedia dedicata all’argomento:

“In relatività generale è possibile dimostrare che, se la derivata del tensore metrico gµv rispetto ad una coordinata α è nulla (ovvero se la metrica è ciclica rispetto a tale coordinata), allora la derivata rispetto allo spazio proprio della quadrivelocità µα è nulla. Va sottolineato il fatto che il teorema vale solo per le componenti covarianti della quadrivelocità (i.e, la derivata di µα non è necessariamente nulla).”

Traduzione: Supercazzola con quadri-scappellamento ciclico-tensoriale destro e sinistro… e chissà se per Mercurio è covariante o meno???

Non ho la presunzione di commentare la succitata premessa e tantomeno la dimostrazione matematica che ne consegue, ma vi saluto con la semplicità, (quella che sicuramente non contraddistingue tutte queste astruse teorie). Ma una cosa importante in tutta questa marea di menzogne fabbricate ad arte per uccidere la verità l’ho capita e voglio condividerla con voi e si chiama informazione relativistica: “Deformare concetti, affermazioni e verità allo scopo di trasmettere un messaggio distorto”.

Per finire v'informo che la teoria della Relatività è stata ripudiata da buona parte della comunità scientifica già da molto tempo, in altre parole:

  • Heisemberg – Congresso dei Premi Nobel Giugno 1958
  • I 400 scienziati della Società Americana di Fisica – 25° Congresso di New York Marzo 1958
  • Hideki Yukawa Premio Nobel- Conferenza dell’atomo di Ginevra Settembre 1958

Heisenberg, al Congresso dei Premi Nobel, svoltosi a Lindau in Germania nel Giugno '58, dichiarò che: «La scienza si trova nella necessità di abbandonare la teoria di Einstein, perché le sue contraddizioni con i risultati sperimentali, non possono essere sanate con un semplice artificio matematico.»

In linea con quanto fin qui esposto, v'invito a gustare una brillante citazione di un anonimo, la trovai scritta nell'ufficio del mio professore di Macchine. La frase su cui esorto la riflessione personale è la seguente:

«Confondere il modello matematico con la realtà è come entrare in un ristorante e mangiarsi il menù»


Libri dell'Autore:

… e non finisce qui

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Macrolibrarsi
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Stati Arcobalescenziali

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db/l_arte_di_fare_tornare_i_conti.txt · Ultima modifica: 21/05/2020 15:34 da @Staff R.