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Il Primo Maggio

La cosa più aberrante del Primo Maggio è vedere i sindacati (e i media “progressisti”) accusare – e con toni da guerra civile – il governo Meloni di “precarizzare il lavoro”, ossia di una politica nemica dei lavoratori e volta allo spietato taglio dei salari che è stata operata costantemente negli ultimi trent’anni dai governi precedenti, resa gravissima e irreversibile dal Monti-Fornero e da Draghi, e che i sindacati hanno accettato servilmente (ce lo chiede l’europa austera…) e addirittura applaudito – col risultato che l’Italia è il solo paese d’Europa dove negli ultimi 30 anni le paghe sono diminuite. De-qualificazione salariale che è anche la causa della dequalificazione tragica professionale del lavoro e delle competenze e del peso sociale dei 3,2 milioni di giovani che non studiano né lavorano: non vale la pena di lavorare “bene” se si è pagati 300-500 euro.

Fino a toccare il fondo – i sindacati – con la loro complicità attiva nel massacro dei diritti dei lavoratori non vaccinai, anzi dello stesso Statuto dei Lavoratori (chi ne parla più?) con la sospensione punitiva degli stipendi e il loro impiego vendicativo in mansioni squalificate e squalificanti per umiliare i resistenti.

Qui un blogger ha posato una visione sintetica di quel che hanno fatto non i “fascisti alla Meloni”, ma i sindacati che adesso – dopo 30 anni – sono scesi in piazza:

Dalla Redazione di Extrapedia: «I tamponi sia rapidi, sia molecolari, rientravano (e rientrano) a pieno titolo nelle misure relative alla sicurezza e alla salute, il TUL (decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81) nella revisione di giugno 2021, all’art. 15 comma 2 recita: “Le misure relative alla sicurezza, all'igiene ed alla salute durante il lavoro non devono in nessun caso comportare oneri finanziari per i lavoratori”. Pertanto detti tamponi dovevano (e devono) essere a carico del datore di lavoro. Va considerato anche l’INTERPELLO N. 18/2014 del 06/10/2014 - Visite mediche al di fuori degli orari di servizio: “Laddove, per giustificate esigenze lavorative, il controllo sanitario avvenga in orari diversi, il lavoratore dovrà comunque considerarsi in servizio a tutti gli effetti durante lo svolgimento di detto controllo anche in considerazione della tutela piena del lavoratore garantita dall’ordinamento”; e l’INTERPELLO N. 14/2016 del 25/10/2016 - Oneri visite mediche ai sensi dell’art. 41 del d.lgs. n. 81.2008: “I costi relativi agli accertamenti sanitari non possono comportare oneri economici per il lavoratore (compresi i costi connessi con eventuali spostamenti che siano necessari) ed il tempo impiegato per sottoporsi alla sorveglianza sanitaria, compreso lo spostamento, deve essere considerato orario di lavoro”.
Tutto ciò è stato rammentato, chiedendo anche un parere, in ben quattro raccomandate di cui due indirizzate al Direttore Bruno Giordano c/o l'Ispettorato Nazionale del Lavoro - Sede centrale - Piazza della Repubblica, 59 – 00185 ROMA e altre due al Direttore della sede provinciale investito di competenza dalla sede centrale (il classico scarica barile). NESSUNO HA RISPOSTO NONOSTANTE I CONTINUI SOLLECITI!»… ci sia permesso un francesismo: tutte facce da culo, complici di un'azione disonesta!… e provate a denunciarci se ne avete il coraggio.

Extrapedia Autori
01 maggio 2023
Credits


db/il_primo_maggio.txt · Ultima modifica: 01/05/2023 15:18 da @Staff R.